Il recente assalto in Campidoglio (incitato da Trump) avvenuto in America rende un significativo spaccato sulla portata e sull’importanza che hanno i social nella realtà attuale.

I tweet ed i messaggi sugli altri social dell’ex Presidente degli Stati Uniti sono stati in grado di creare una gravissima sommossa popolare, tanto spaventosa e di una pericolosità tale da indurre i principali social ad eliminare gli account di Donald Trump.

Un caso del genere rende eclatante il fatto di quanto i social possano influenzare le azioni ed i pensieri degli utenti.
Questo dato di fatto stona totalmente se paragonato alla tendenza della giurisprudenza italiana, ancora non totalmente favorevole a riconoscere come dei commenti o recensioni negative rilasciate sui social possano influenzare in maniera significativa le valutazione su una persona.

Di fatti molte volte i Giudici tricolore tendono ad inquadrare alcune affermazioni come “critica” anche quando alle descrizioni del fatto vengono accompagnati aggettivi eccessivamente negativi rispetto il caso riportato, andando così a segnare negativamente una volta e per sempre una determinata attività.

Come dimostrato nel caso Trump e nell’influenza delle recensioni possiamo capire le due facce dell’uso dei social, se usato bene può raggiungere milioni di persone e diffondere la propria idea, ma se utilizzato in mala fede può causare dei danni devastanti ed a volte irreparabili.

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