Terminati i due processi per il caso della maestra d’asilo licenziata in seguito a revenge porn. Sono state condannate la direttrice dell’asilo dove lavorava e la mamma che ha diffuso le sue foto intime. Colpevole anche una collega della vittima.
Il fatto
Il fatto accadde tre anni fà, nel 2018 nell’area metropolitana di Torino. La maestra d’asilo inoltrò delle immagini intime al fidanzato. L’uomo ormai ex decise di condividere quasi tutto sulla chat della sua squadra per vantarsi della sua conquista.
Il tutto degenerò quando la moglie di uno degli uomini della chat intercettò il telefono del marito riconoscendo la donna, maestra nell’asilo di suo figlio. A questo punto minacciò la maestra di rivelare tutto alla dirigente se avesse fatto denuncia.
Alla fine la maestra decise di raccontare quanto accaduto alla dirigente, che a sua volta la invitò subito a licenziarsi poiché “incompatibile con il lavoro di educatrice”. Da quel momento iniziò una vera e propria guerra contro la giovane maestra, che portò la ragazza a rivolgersi alla procura di Torino, sporgendo querela contro tutti coloro che l’avevano ingiustamente colpevolizzata.
La direttrice dell’asilo
“Non darà le dimissioni, cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato così lo prendo come pretesto per mandarla via. Fatemi ‘sta cortesia, io non so più cosa fare. Ce l’ho a morte con lei e non voglio nemmeno vederla”. Sono queste le parole della direttrice, pronunciate in un file audio del gruppo Whats App dell’istituto, ascoltato in tribunale durante il processo.
Dai messaggi sembrerebbe quindi evidente che la direttrice chiedesse aiuto alle altre insegnanti per raggiungere il suo scopo: ovvero cacciare via la maestra per tutelare il buon nome dell’asilo e quindi metterla nelle condizioni di commettere errori.
Due processi e tre condanne
Dopo oltre due anni di processo, il Tribunale di Torino si è finalmente pronunciato, emettendo due sentenze e tre condanne. Una, la più pesante alla direttrice dell’asilo alla quale è stato inflitto un anno e un mese di reclusione con la condizionale, mentre per la mamma che aveva minacciato l’insegnante la pena sarà 12 mesi. In parallelo si è concluso anche il secondo processo, nel quale una collega della vittima è stata condannata a 8 mesi.
L’ex fidanzato che invece per primo diffuse nella chat degli amici del calcetto le immagini hard dell’ex fidanzata, innescando per primo il fenomeno del Revenge porn si dichiarò fin da subito pentito del grave gesto commesso, risarcendo i danni subiti dalla ragazza. Ora dovrà svolgere servizi socialmente utili per un anno.
Il danno non si cancella ma giustizia è stata fatta
“Quel che è fatto è fatto e il danno non si cancella. Ma almeno con questa sentenza è emersa la verità”. Il commento della giovane maestra dopo la pronuncia delle condanne del Tribunale di Torino. “Sono sollevata, so che andranno avanti facendo ricorso ma almeno abbiamo messo un punto fermo. Nessuno mi ha mai chiesto scusa e ancora adesso per colpa di questa vicenda non ho più trovato lavoro. Ma io voglio solo tornare a fare la maestra d’asilo”.
Sono parole forti (anche un po’ amare) ma allo stesso tempo incoraggianti perché rievocano quel senso di giustizia per tutte le vittime che hanno subito diffamazioni o violenze a causa di un attacco subdolo e scorretto come può essere quello del revenge porn.
AntiHater.it