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Diritto all’oblio, quando si rivendica per vecchi fatti giudiziari?

Diritto all’oblio: quando si rivendica per vecchi fatti giudiziari?

Diritto all’oblio: una recente pronuncia della Corte di Cassazione indica come deve comportarsi un giornale online nella gestione e diffusione di vecchie vicende giudiziarie.

Il diritto all’oblio è una forma di tutela riconosciuta a livello Europeo di recente introduzione, esso prevede la possibilità di tutelare le necessità di riservatezza di un fatto avvenuto molto tempo indietro non più di interesse attuale che potrebbe ledere una persona che nel frattempo cerca di proseguire la propria vita senza dover sempre rendere conto di una fatto che non si vuole rendere di dominio pubblico.

Il diritto all’oblio va bilanciato con il diritto di cronaca e di preservazione di fatti storici negli archivi delle testate giornalistiche nel mantenere una memoria dei fatti avvenuti nel tempo.

L’aiuto della tecnologia e la giurisprudenza hanno individuato come strumento di tutela compromesso di entrambe le esigenze nella deindicizzazione, ovvero sia nel mantenimento della notizia negli archivi e nelle ricerche ma tagliando la parte dell’algoritmo che fa in modo che tale notizia appaia sempre al primo posto anche a distanza di anni digitando il nome della persona protagonista del fatto.

La Corte di Cassazione con la ordinanza n. 9147 del 19 maggio 2020 ha ribadito come la deindicizzazione sia la strumento di tutela da utilizzare e che trova un perfetto equilibrio tra il diritto all’oblio e quello di cronaca.

Veniva precisato che per far valere tali pretese bisogna comunque considerare il tempo trascorso dal fatto che si vuol “mandare nell’oblio” e che non sia più necessario che tale fatto sia di interesse pubblico.

Per questi motivi la Suprema Corte cassava una pronuncia del Tribunale di Pescara che ordinava la cancellazione definitiva di un contenuto anziché disporne la permanenza deindicizzata rinviando al foro Abruzzese la causa per pronunciarsi di nuovo sul punto dopo i chiarimenti necessari.

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Effetto Trump sui social, realtà contro diritto

Effetto Trump sui social: realtà contro diritto

Il recente assalto in Campidoglio (incitato da Trump) avvenuto in America rende un significativo spaccato sulla portata e sull’importanza che hanno i social nella realtà attuale.

I tweet ed i messaggi sugli altri social dell’ex Presidente degli Stati Uniti sono stati in grado di creare una gravissima sommossa popolare, tanto spaventosa e di una pericolosità tale da indurre i principali social ad eliminare gli account di Donald Trump.

Un caso del genere rende eclatante il fatto di quanto i social possano influenzare le azioni ed i pensieri degli utenti.
Questo dato di fatto stona totalmente se paragonato alla tendenza della giurisprudenza italiana, ancora non totalmente favorevole a riconoscere come dei commenti o recensioni negative rilasciate sui social possano influenzare in maniera significativa le valutazione su una persona.

Di fatti molte volte i Giudici tricolore tendono ad inquadrare alcune affermazioni come “critica” anche quando alle descrizioni del fatto vengono accompagnati aggettivi eccessivamente negativi rispetto il caso riportato, andando così a segnare negativamente una volta e per sempre una determinata attività.

Come dimostrato nel caso Trump e nell’influenza delle recensioni possiamo capire le due facce dell’uso dei social, se usato bene può raggiungere milioni di persone e diffondere la propria idea, ma se utilizzato in mala fede può causare dei danni devastanti ed a volte irreparabili.

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Cyberbullismo, il progetto di Facebook che educa ragazzi e genitori al digitale

Cyberbullismo: il progetto di Facebook che educa ragazzi e genitori al digitale

In collaborazione con la Fondazione Carolina, è arrivata anche in Italia GetDigital, l’iniziativa di Facebook per educare e informare chi naviga su internet, in particolare ragazzi, genitori e insegnanti su come difendersi dal cyberbullismo e altre forme d’odio online.

Facebook ha lanciato anche in Italia GetDigital, un progetto internazionale nato per offrire approfondimenti, suggerimenti e risorse complete per aiutare genitori, insegnanti e giovani a sviluppare le competenze necessarie per diventare cittadini digitali consapevoli e responsabili e utilizzare tutti gli strumenti e le piattaforme online in modo corretto e sicuro.

I programmi di GetDigital (arrivato anche in Italia nel mese di Novembre dell’anno appena concluso), si articolano su cinque temi chiave: 1. Le Basi del digitale 2. Il Benessere, 3. le Interazioni, 4. l’Emancipazione e 5. le Opportunità del Digitale). Questi sono stati sviluppati in modo specifico per genitori, insegnanti (con tanto di corsi pronti per la didattica) e giovani. Si tratta di punti fondamentali che aiutano a costruire competenze e abilità di cui i giovani hanno bisogno oggi per navigare nel mondo digitale in modo sicuro. Queste risorse sono state sviluppare da Facebook insieme a esperti internazionali del digital, che hanno collaborato per fornire strumenti validi, affidabili e supportati dalle più moderne ricerche applicabili a tutte le piattaforme online. Tra i partner internazionali del progetto, sono presenti anche colossi dell’istruzione mondiale come le Università di Harvard, Yale e organizzazioni come l’Unesco.

Per il lancio italiano, Facebook ha collaborato invece con la Fondazione Carolina, nata per raccogliere la sfida di Paolo Picchio, il padre di Carolina, vittima di cyberbullismo che a 14 anni si è tolta la vita dopo aver lasciato un ultimo messaggio per tutti i suoi coetanei: “Le parole fanno più male delle botte”. La mission della Onlus è realizzare un futuro in cui internet sia un luogo sicuro per i bambini e gli adolescenti, valorizzando le relazioni autentiche anche sui social. Attraverso attività di prevenzione, ricerca e supporto, la Fondazione assiste i ragazzi che, sempre più in tenera età, sono vittime di cyberbullismo e si fanno del male tra loro usando internet in maniera distorta e inconsapevole.

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